A Santa Lucia del Mela, rinomato centro messinese
di Rosalba Gitto
Santa Lucia del Mela, alla quale fa capo uno dei territori più estesi tra i comuni siciliani non capoluoghi di provincia, è una cittadina che si affaccia sul Tirreno, situata in una vallata tra i monti Peloritani e due fiumare, in provincia di Messina: il Floripotema e il Mela, nome che deriva dal greco melas, nero, per il colore delle sabbie dell’alveo della fiumara. Forse Ovidio sembrerebbe alludere alla fiumara del Mela in Fasti IV 476. Lo sviluppo di questo centro peloritano si arrestò, quando nel VII secolo si intensificarono le invasioni barbariche, al punto che durante l’Alto Medioevo la zona vide solo piccoli nuclei abitati. Per tale ragione quello sparuto gruppo di case, ancora per tutto il Medioevo, fu chiamato Casale. Tuttora ne resta il ricordo in un’omonima contrada. Gli Arabi occuparono l’antico Casale dall’ 837, fondando un primo nucleo della futura cittadina e il Castello in cima al colle Mankarru. Al 1094 risale la prima edificazione di un tempio votivo ai piedi del colle di Casale – l’attuale basilica Concattedrale di Santa Lucia del Mela – voluto dal normanno Conte Ruggero d’Altavilla, che impegnato nel piano di ricristianizzazione della Sicilia dopo la dominazione araba, lo dedicò a Santa Lucia Vedova Romana, cui era molto devoto. Da Ruggero in poi il nome di Santa Lucia sostituì quello di Casale. Più tardi la fiumara del Mela diede una migliore identificazione al paese nell’insieme delle numerose località italiane votate alla Santa Lucia. Nel 1206 Federico II di Svevia recatosi in Santa Lucia, lo definì urbs deliciae nostrae, luogo di regali delizie. La sua presenza nella cittadina diede un notevole impulso all’espansione urbanistica, arricchendola di preziosi saggi di architettura normanna. A lui si devono, oltre all’incremento degli opifici per la tessitura dell’Isola, anche istituzioni ecclesiastiche. Egli insignì Santa Lucia di un privilegio notevole, facendola divenire prima Prelatura Nullius Diocesis di tutto il mondo cattolico, dipendente direttamente dalla Santa Sede e da nessun’altra diocesi, sede del Cappellano Maggiore del Regno di Sicilia, beneficiaria di privilegi e onori esclusivi e intimamente legata a Palermo da dove provennero molti dei suoi prelati. Dall’ottobre del 1986 la Prelatura è stata congiunta all’Arcidiocesi di Messina.